Architettura, ambiente e paesaggio nel Premio Sirica 2025

Ambiente e architettura. In questa immagine evocativa la vegetazione spontanea "riprende " il proprio spazio (foto V.B. attualitalavoro.it)

Ambiente e architettura. In questa immagine evocativa la vegetazione spontanea "riprende" il proprio spazio (foto V.B. attualitalavoro.it)

Giovani progettisti alle prese con “Emergency Hub” per affrontare calamità naturali

In un mondo sempre più esposto a eventi climatici estremi, l’architettura non può più limitarsi a costruire. Deve ascoltare, prevedere, proteggere. È questo il messaggio forte e urgente che arriva dal Premio Raffaele Sirica 2025, promosso dal CNAPPC(Consiglio nazionale degli architetti, pianificatori, paesaggisti e conservatori)  e dedicato ai professionisti under 40. Il tema di quest’anno – “l’architettura come cura dell’emergenza” – non è solo una sfida progettuale, ma un invito a ripensare il ruolo dell’architetto come figura sensibile, strategica e profondamente umana.

Architettura, filosofia ed ecologia, l’approccio multidisciplinare auspicato da Sirica

Architetto, urbanista, docente alla Facoltà di Architettura dell’Università Federico II di Napoli, Raffaele Sirica, (scomparso nel 2009) credeva fermamente che gli architetti italiani fossero pronti a intraprendere una profonda trasformazione culturale. Era fermamente convinto che la professione non potesse limitarsi alla tecnica ma a dare il via a un percorso virtuoso di rigenerazione urbana e ambientale, fondato su un’architettura sostenibile, consapevole e di alta qualità. Solo così -a suo dire – si poteva restituire valore al territorio e dignità alle comunità.

L’architettura che salva

Terremoti, frane, alluvioni: le calamità naturali non sono più eccezioni. Sono parte della nostra quotidianità, spesso aggravate dal cambiamento climatico e da una gestione del territorio poco lungimirante. In questo contesto, il Premio Sirica propone la progettazione di un “Emergency Hub”: un centro operativo multifunzionale dove istituzioni, volontari e professionisti possano coordinare interventi immediati dopo una catastrofe.

Non si tratta solo di edifici. Si tratta di luoghi di incontro, di ascolto, di speranza. Spazi pensati per accogliere, per agire, per ricostruire. E soprattutto, per non dimenticare.

Giovani architetti, protagonisti del cambiamento

Il concorso, curato dai Dipartimenti “Iunior, giovani e accesso alla professione” e “Prevenzione e gestione eventi calamitosi ambientali” del CNAPPC, punta a valorizzare le nuove generazioni di architetti. Professionisti che non vedono l’ambiente come un ostacolo, ma come un alleato. Che progettano con materiali sostenibili, tecnologie digitali e una profonda consapevolezza sociale.

In Italia, eventi estremi come quelli in Emilia-Romagna, Ischia e Sicilia hanno mostrato quanto sia fragile il nostro territorio. Nel mondo, milioni di persone vivono in zone ad alto rischio, spesso prive di infrastrutture adeguate.

Ecco perché – come sottolineano anche dal CNAPPC – l’architetto è chiamato a essere più di un progettista: un custode del paesaggio, un mediatore tra natura e città, un alleato della resilienza sociale. I progetti che perverranno al Premio Sirica non saranno solo esercizi di stile, ma visioni concrete di un futuro più sicuro, inclusivo e umano.

Raffaele Sirica

Attraverso soluzioni mobili, modulari, ecologiche e digitali, si punta ad ottenere proposte capaci di dialogare con il territorio, accogliere le persone, coordinare gli interventi e restituire dignità alle comunità colpite. Perché l’architettura, quando è fatta con coscienza, può davvero salvare vite.

Non solo tecnica: l’architetto come mediatore

Dietro ogni trave, ogni fondazione, ogni planimetria, c’è una scelta etica. L’architetto non è solo un tecnico, ma un mediatore tra bisogni umani e risorse naturali. È colui che decide dove costruire, come farlo, con quali impatti. E in tempi di emergenza, è anche colui che può restituire dignità, sicurezza e bellezza a comunità ferite.

Il significato del premio

Istituito nel 2010 per ricordare il presidente CNAPPC R, il premio Sirica è oggi più attuale che mai. L’idea di un’architettura capace di dialogare con la società, di anticipare le crisi, di educare alla bellezza. Un’eredità che i giovani architetti sono chiamati a raccogliere, con coraggio e visione.

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