A soffrire sono soprattutto i ruoli tecnici e specializzati: ingegneri, tecnici di processo, operatori sanitari, ma anche saldatori, fonditori e operai di macchine automatiche
Secondo il Bollettino Excelsior di Unioncamere e Ministero del Lavoro, le imprese italiane prevedono oltre 1,5 milioni di nuove assunzioni nel trimestre luglio-settembre 2025, con 575mila ingressi attesi solo a luglio. Un segnale di vivacità occupazionale, ma che si scontra con una realtà più complessa: quasi la metà delle figure professionali ricercate è difficile da reperire.
Industria e servizi trainano la domanda, mentre il primario resta stabile. L’industria, nel suo complesso, cerca 139mila lavoratori nel mese e oltre 374mila nel trimestre. Le migliori chance arrivano da alimentare, meccatronica e metallurgia, mentre le costruzioni confermano il bisogno di manodopera con 47mila ingressi previsti a luglio. Nei servizi, il turismo rimane leader con 136mila posizioni aperte, seguito dal commercio e dai servizi alla persona.
La tipologia contrattuale preferita? Quella a termine. I contratti a tempo determinato rappresentano il 64,3% delle proposte. Solo il 15,5% è a tempo indeterminato, mentre continua il ricorso alla somministrazione (8,2%).
Ma il dato che più preoccupa è il mismatch: 261mila profili risultano introvabili. I settori metallurgico, tessile, costruzioni e meccatronica fanno i conti con una carenza strutturale di competenze. A soffrire sono soprattutto i ruoli tecnici e specializzati: ingegneri, tecnici di processo, operatori sanitari, ma anche saldatori, fonditori e operai di macchine automatiche.
La manodopera straniera copre oltre il 20% delle assunzioni, con punte del 34,5% in agricoltura e del 32,5% nei servizi operativi. Segno che alcune mansioni continuano a trovare risposta solo grazie al contributo internazionale.
Nord e Sud si distribuiscono la domanda: Sud e Isole cercano 194mila lavoratori nel mese, mentre il Nord Ovest punta a 139mila e il Nord Est a 134mila. Il Centro resta più contenuto con 109mila ingressi previsti.
“Gli ultimi dati del bollettino Excelsior mostrano un Paese che cerca, assume, investe. Ma che fatica a incrociare domanda e offerta. E che dovrà, prima o poi, affrontare il nodo della formazione, dell’orientamento, e di una visione più strategica delle competenze. Perché i numeri possono crescere, ma senza profili, restano… vuoti“
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