Coldiretti: “sono i nonni a salvare il bilancio domestico”

Un momento dell'assemblea di Coldiretti a Roma

È quanto emerge da una rilevazione on line di Confederazione nazionale dei coltivatori, divulgata in occasione dell’assemblea dei Senior

Conferma del presidente Giorgio Grenzi e dell’umbro Roberto Berioli nel Consiglio nazionale

In più di una famiglia italiana su tre (34%) sono i nonni a salvare il bilancio domestico messo a rischio dall’inflazione che colpisce il carrello della spesa, direttamente con un aiuto economico, badando ai figli al posto delle babysitter o del doposcuola o dando una mano all’attività lavorativa.

È quanto emerge da una rilevazione on line sul sito www.coldiretti.it divulgata in occasione dell’Assemblea dei Senior della Coldiretti, con la conferma del Presidente nazionale Giorgio Grenzi e dell’umbro Roberto Berioli nel Consiglio nazionale.

Tra gli italiani che beneficiano della presenza di un pensionato in casa, oltre la metà (57%) – rileva Coldiretti – guarda a loro come un valido aiuto per accudire i propri figli, magari per portarli a scuola e seguirli anche una vola tornati a casa, mentre un 35% dichiara che i nonni sono un fattore determinante per contribuire proprio al reddito familiare. Ma esiste anche una ridotta percentuale dell’8% – aggiunge Coldiretti – che trova dai nonni un aiuto a livello lavorativo, soprattutto per chi ha un’attività, dall’agricoltura all’artigianato, fino al commercio, e può così beneficiare dell’esperienza accumulata da chi è ora in pensione.

Come nella migliore tradizione agricola – spiega Roberto Berioli Presidente Ferpensionati Coldiretti Umbria – la presenza degli anziani fra le mura di casa è quindi quasi sempre considerata un valor aggiunto all’interno di un welfare familiare che deve fare i conti sia con la gestione delle risorse economiche disponibili sia con quella del tempo e dei figli. La presenza dei nonni – aggiunge Berioli – è sempre più importante anche rispetto alla funzione fondamentale di conservare le tradizioni alimentari e guidare i più giovani verso abitudini più salutari nelle scuole e nelle case.

Occorre considerare la “vecchiaia” come occasione di sviluppo per l’intera comunità – ribadisce Berioli – visto che gli over 65 in Umbria sono oltre il 26% dell’intera popolazione: una categoria ricca di esperienza e valori, che deve essere rivalutata e difesa non solo per la sempre più alta rappresentatività, ma anche per l’importante ruolo che è chiamata a svolgere soprattutto in ambito familiare. Veniamo da anni difficili conseguenza della pandemia e della guerra in Ucraina: salute, sanità, sicurezza, redditi, sono solo alcune delle tematiche sulle quali concentrare il nostro lavoro nel prossimo futuro.

Per il mondo agricolo – conclude Berioli- i senior continuano a rappresentare, un pilastro di saperi, esperienze e tradizioni. Diversi quelli che ancora sono impegnati attivamente nelle campagne e che anche in annate difficilissime come l’attuale, scandite da un clima che ha penalizzato tante nostre produzioni territoriali e costi alle stelle, danno un contributo importante al settore e all’intera economia, anche come presidio delle aree rurali e motore di iniziative ed esperienze culturali, economiche e turistiche che valorizzano la realtà locale.

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