“Con la crisi aumenta il rischio di frodi alimentari”

Coldiretti sottolinea l’importanza dei controlli “perchè tutelano i consumatori e il lavoro degli allevatori”. In Umbria si registrano circa 3.000 aziende dedite all’allevamento di bovini con 55.000 capi; oltre 500 le aziende che allevano chianina per circa 15.000 capi 

Dall’inizio della crisi è più che raddoppiato, con un aumento del 119 per cento, il valore dei sequestri effettuati nel settore delle carni perché adulterate, contraffate o falsificate, per un totale che è salito a 112,2 milioni di euro nel 2013 con ben 1649 persone coinvolte. È quanto afferma la Coldiretti Umbria nel commentare l’operazione dei Carabinieri del Comando per la Tutela della Salute in tutta Italia che ha consentito di sgominare un’illecita commercializzazione di bovini infetti con marchi auricolari contraffatti e dichiarati falsamente di razza pregiata.

Controlli antifrode – Con la crisi aumentano i rischi di frodi e sofisticazioni a tavola in Italia che può contare su un efficace sistema di controllo che ha consentito di conquistare primati in Europa e nel mondo in termini di sicurezza alimentare – spiega Coldiretti. Un impegno a tutela dei consumatori ma anche, in questo caso, del lavoro degli allevatori italiani impegnati a salvare dall’estinzione 145121 bovini di razze pregiate “Doc”, per i quali si è verificato un aumento record del 37 per cento dal 2000 secondo un’analisi della Coldiretti. In Umbria secondo elaborazioni Coldiretti, si registrano circa 3.000 aziende dedite all’allevamento di bovini con 55.000 capi; oltre 500 le aziende che allevano chianina per circa 15.000 capi. La zootecnia umbra rappresenta oltre un terzo della Produzione Lorda Vendibile agricola regionale, con le carni bovine che all’interno del comparto zootecnico rappresentano circa il 15% della Plv.
Inversione di tendenza – Dopo che avevano rischiato la scomparsa, con la crisi della mucca pazza nel 2000 si è verificata una decisa inversione di tendenza verso il recupero delle razze storiche italiane e – precisa Coldiretti – la produzione di carne di alta qualità. Con un valore superiore ai 17,2 miliardi di euro, l’allevamento italiano – conclude Coldiretti – rappresenta poco meno del 35 per cento del valore dell’intera produzione del settore agricolo del Paese.
Agabiti – “Esprimiamo apprezzamento per l’indagine condotta dal Nas di Perugia – afferma Albano Agabiti presidente di Coldiretti Umbria – che consente di tutelare i consumatori e tutti quegli allevatori impegnati a valorizzare un importante comparto economico regionale e al contempo molte aree marginali del nostro territorio”.

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