Umbria, situazione economica tra alti e bassi

La situazione nel “cuore verde” secondo Bankitalia

L’attività economica continua a crescere ma a ritmo meno sostenuto a causa del rallentamento delle esportazioni. Questa la situazione in Umbria stando all’ultimo rapporto dell’istituto di credito centrale. Dopo il “recupero” del 2015 (+1,9 per cento), lo scorso anno l’attività economica della Regione ha continuato a crescere seppure a un ritmo meno sostenuto (+0,6 secondo le prime stime disponibili).
La domanda interna si è invece rafforzata grazie all’espansione di consumi e investimenti. Per il 2017 l’attesa degli operatori è di una prosecuzione della crescita “in un contesto ancora incerto”.
Tra i dati quello delle famiglie umbre che all’inizio del 2016 valutavano la propria situazione economica “in miglioramento”, con la fase di “moderata crescita” del reddito disponibile (+1,5 per cento) proseguita nell’anno.
In primo piano il dato riguardante il “drastico” calo degli arrivi turistici dopo il sisma, con circa la metà delle aziende umbre del settore che ha subito un calo del fatturato superiore al 40 per cento.

IL RAPPORTO SULL’ECONOMIA UMBRA

LE IMPRESE La produzione di beni e servizi è aumentata per il secondo anno consecutivo; la dinamica si è tuttavia indebolita. Sul fatturato delle imprese industriali ha inciso il minore contributo fornito dalla componente estera della domanda, che aveva sostenuto l’economia locale nel corso della crisi. I livelli di attività nell’edilizia sono rimasti modesti per l’elevato invenduto e per il calo delle opere pubbliche. Nei servizi le vendite sono lievemente aumentate, grazie al buon andamento della domanda di beni durevoli; lo sviluppo del turismo, in atto da un triennio, si è bruscamente interrotto dopo il verificarsi degli eventi sismici.
Nel settore industriale la crescita degli investimenti si è consolidata. Vi hanno contribuito il rafforzamento delle condizioni finanziarie delle imprese e l’introduzione di incentivi fiscali per l’acquisto di beni strumentali. I piani formulati per l’anno in corso segnalano un ulteriore incremento anche grazie alle nuove misure previste per gli investimenti in attività innovative.
La redditività, che nel 2015 era tornata su livelli simili a quelli registrati prima della crisi, è rimasta stabile. Le condizioni di accesso al credito si sono mantenute distese seppure ancora selettive nei confronti delle aziende connotate da elevata rischiosità. Si è pressoché interrotto il fenomeno di uscita delle imprese dal mercato che ha caratterizzato la lunga recessione; il numero di procedure fallimentari è tornato a scendere.

IL MERCATO DEL LAVORO Nel 2016 i livelli occupazionali sono diminuiti dopo la marcata crescita dell’anno precedente, risentendo della flessione dei lavoratori autonomi. Tra i dipendenti è tornato ad aumentare il ricorso a forme contrattuali meno stabili; le assunzioni a tempo indeterminato si sono pressoché dimezzate, in corrispondenza della riduzione degli sgravi contributivi. La dinamica dell’occupazione è stata migliore per la popolazione femminile e per i laureati, che hanno mostrato una maggiore facilità nel riottenere un impiego dopo averlo perso. Il tasso di disoccupazione è sceso ai minimi dal 2011; vi ha influito la crescita degli inattivi, concentrata tra coloro che si dedicano ad attività di studio o formazione.

LE FAMIGLIE All’inizio del 2016 le famiglie umbre valutavano la propria situazione economica in miglioramento. Nel corso dell’anno è proseguita la fase di moderata crescita del loro reddito disponibile, con riflessi positivi sui consumi. Nel mercato degli immobili residenziali, all’espansione delle transazioni si è associata la stabilizzazione dei prezzi. Il risparmio finanziario si è ancora diretto verso i depositi prontamente liquidabili e i fondi comuni di investimento. La domanda di finanziamenti delle famiglie si è rinvigorita, in presenza di un’ulteriore riduzione dei tassi di interesse; la dinamica ha accelerato sia per il credito al consumo sia per i mutui immobiliari.

IL MERCATO DEL CREDITO La qualità del credito è migliorata riflettendo la ripresa dell’attività economica; il flusso di nuovi crediti deteriorati è sceso al minimo dall’inizio della crisi del debito sovrano. L’incidenza delle esposizioni deteriorate sul totale dei prestiti si è stabilizzata sebbene su livelli ancora molto elevati. È proseguito il processo di razionalizzazione della rete territoriale delle banche, che si è associato a una significativa flessione degli addetti. Il numero di sportelli si è ridotto di oltre un sesto nell’ultimo decennio a fronte di una maggiore diffusione dei canali digitali. Anche il numero di banche è calato.

LA FINANZA PUBBLICA Nel triennio 2013-15 la spesa delle Amministrazioni locali umbre è ulteriormente diminuita. Oltre alle uscite in conto capitale, la cui tendenza negativa prosegue da tempo, si sono ridotte anche quelle correnti. Vi ha concorso il calo del personale degli enti locali e del sistema sanitario; i giudizi sulla qualità di quest’ultimo sono peraltro migliorati. Il ricorso a forme associative tra i piccoli Comuni, incentivato negli ultimi anni per contenere le spese e ampliare l’offerta di servizi, risulta in Umbria poco diffuso.
Le entrate correnti degli enti territoriali sono lievemente scese. Lo scorso anno la pressione fiscale locale sulle famiglie si è ulteriormente attenuata per la sostanziale abolizione dell’imposta sulla prima casa. È tornato a diminuire il debito delle Amministrazioni locali, la cui incidenza sul PIL rimane tuttavia superiore di oltre un punto percentuale alla media nazionale.

IL TERREMOTO A partire dal 24 agosto 2016 una lunga serie di eventi sismici ha colpito la parte sud-orientale dell’Umbria. Il territorio interessato, a forte vocazione agricola e turistica, si caratterizza per una bassa densità demografica e produttiva. In seguito alla scossa di fine ottobre, la più intensa in Italia dal 1980, nei comuni coinvolti è risultato inagibile circa un terzo degli edifici. Il successivo drastico calo degli arrivi turistici, che ha coinvolto tutto il territorio regionale, ha inciso in maniera significativa sui volumi di attività delle strutture ricettive e del piccolo commercio.

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