Flamini: “A Terni persiste uno scenario di difficoltà”

Le aspettative per il futuro restano moderatamente positive solo per le imprese che operano con l’estero e per le aziende del commercio della grande distribuzione, ecco il commento del presidente della Camera di commercio a fronte dei dati dell’osservatorio congiunturale

L’economia ternana fatica ad uscire dalla crisi, la provincia continua a soffrire sia nel comparto del manifatturiero che nel commercio. Gli ultimi dati congiunturali sull’andamento dei due settori, nel quarto trimestre 2014 segnano ancora “meno” e con una accentuazione più marcata su base annuale. E’ quanto emerge dall’Osservatorio congiunturale dei settori industria e commercio realizzato dalla Camera di Commercio di Terni in collaborazione con il Centro studi di Unioncamere su un campione di  240 imprese con dipendenti (160 per l’industria, 80 per il commercio). Le aspettative per il futuro restano moderatamente positive solo per le imprese che operano con l’estero e per le aziende del commercio della grande distribuzione.
“Il 2014 si è chiuso con il segno meno e le dinamiche rilevate dai nostri uffici confermano il persistere di uno scenario di difficoltà”. Un’analisi che mette in evidenza che mette in evidenza il perdurare della situazione per quanto riguarda l’economia ternana, quella tracciata dal presidente della Camera di Commercio, Giuseppe Flamini. I numeri parlano chiaro. Per le imprese della Conca, non sarebbe ancora arrivato il momento di poter tirare un sospiro di sollievo.
Industria –  A Terni il quarto trimestre 2014 registra una brusca contrazione della produzione, ancora più accentuata rispetto al trend già negativo registrato durante l’anno. La dinamica trimestrale misurata dalla variazione sul quarto trimestre dello scorso anno mostra una flessione produttiva di ampia entità (-6,9% su base annua). “Si contrae del 5,2% anche il fatturato – comunicano dall’ente camerale – compreso quello realizzato con l’estero che scende del 2%. La fine del 2014 ha segnato una diminuzione anche degli ordinativi del 7,3% rispetto al quarto trimestre del 2013”. Una performance quella del manifatturiero ternano peggiore rispetto al dato umbro nel suo complesso. La regione registra infatti una contrazione generalizzata ma decisamente meno marcata (produzione -2,3%, fatturato -1,3%, ordinativi -2,8%). Per quanto riguarda i settori economici, secondo quanto dichiarato dalle imprese intervistate, è l’industria dei metalli ad aver sofferto di più. Nel quarto trimestre dell’anno ha visto contrarsi del 9,1% la produzione, del 9,5% gli ordinativi, mentre per gli altri comparti la flessione è risultata più contenuta.
“A livello regionale  – fa notare Flamini –  abbiamo perso 1.313 imprese a fronte di 1.295 aperture, a Terni tuttavia la dinamica è timidamente in ripresa con le aperture di nuove imprese (361) che superano le cessazioni (316) e le aspettative degli imprenditori che sembrano “vedere” positivo”.
Il canale estero – Il dettaglio degli indicatori congiunturali rileva, anche in questo trimestre, una tenuta del canale estero. L’andamento degli ordini è risultato stabile per il 43% delle imprese intervistate e in aumento per il 31%, mentre la variazione del fatturato resta negativa ma contenuta ad un -2% rispetto al quarto trimestre dello scorso anno. Tra le imprese che operano in mercati internazionalizzati, da segnalare il dato incoraggiante degli ordinativi delle industrie tessili e dell’abbigliamento che su base annuale guadagnano il 7,3%.
Previsioni Il quadro delle aspettative delle imprese manifatturiere per il primo trimestre 2015 si colloca ancora in terreno negativo rispetto alla precedente rilevazione soprattutto dal lato della produzione e della domanda interna, mentre per la domanda estera le attese sono positive tanto che secondo il 56% delle aziende intervistate gli ordinativi legati all’estero saranno in aumento.
Commercio – Per le imprese commerciali si arresta la contrazione delle vendite. Si può parlare infatti di attenuazione degli effetti della crisi, anche se non ancora di inizio di ripresa. Nell’ultimo trimestre dell’anno la riduzione delle vendite è del 5,8% su base annuale (tra luglio e settembre era stata invece del 7,5%).  La diminuzione delle vendite  ha coinvolto principalmente le classi dimensionali delle micro e delle piccole imprese del commercio che continuano a subire più delle altre la debolezza dei consumi. Il dettaglio analitico del dato tendenziale di fine dicembre evidenzia quindi una particolare sofferenza per gli esercizi commerciali di vicinato di prodotti alimentari (su base annua, -7,5%) e non alimentari (-6,8%). Il segmento delle medie imprese, che include prevalentemente imprese della grande distribuzione,  si discosta, invece, in misura netta dalla tendenza generale negativa registrando una crescita delle vendite  (+1,2%).
Previsioni –  Le aspettative per il futuro prossimo sono moderatamente ottimiste, con il 52% delle imprese del commercio che prevedono una stabilità delle vendite e degli ordinativi (48%). Anche sul lungo periodo, il “sentiment” degli imprenditori si conferma positivo. Per il  67% degli intervistati nel corso dei prossimi dodici mesi resterà stabile l’evoluzione della propria impresa, sarà in sviluppo per il 22%.

 

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