Fondi Ue, anche l’Umbria in difficoltà nella spesa

Al 31 maggio risultano rendicontati importi per 403.800.000 di euro, il 77,1 % del disponibile. Venturi Uil: “Sarà difficile spenderne il 23% entro il 31 dicembre ma è un imperativo morale fare il massimo per sfruttare le risorse il più possibile”

Risorse finanziarie inutilizzate. Alla terz’ultima chiamata per la certificazione della spesa per il periodo 2007 – 2013 molte regioni rischiano di lasciare all’Europa un’ampia porzione dei fondi strutturali. Anche la Regione Umbria è in difficoltà nella spesa.
Infatti il finanziamento europeo a disposizione della nostra Regione è di 523.500.000 ma al 31 maggio risultano rendicontate spese solo per 403.800.000 e quindi limitatamente al 77.1 % del disponibile.
Restano da spendere entro la fine dell’anno in corso 119.700.000 euro pari al 22.9 % della somma disponibile. La campagna informativa che si è svolta alla fine dello scorso anno, non ha dato dunque i risultati sperati.
Gino Venturi – “Ora – osserva Gino Venturi, segretario Uil di Terni, è quasi statisticamente impossibile che l’Umbria riesca ad utilizzare tutti questi 120 milioni di euro entro il 31 dicembre: se ne abbiamo spesi circa il 77% in otto anni e mezzo sarà difficile spenderne il 23% in appena sei mesi. Detto ciò è un imperativo morale fare il massimo per intercettarne il più possibile.”
Guglielmo Loy – “A livello nazionale la situazione è persino peggiore. Mentre infatti il Governo è alla disperata ricerca di risorse finanziarie da destinare agli investimenti ed allo sviluppo, nonché per disinnescare la mina dell’aumento della pressione fiscale dovuta alle clausole di salvaguardia, l’impiego dei Fondi Strutturali Europei (uniche risorse certe per sviluppo, occupazione e formazione) viaggia a un ritmo da “moviola”, nonostante gli impegni e i proclami del Presidente del Consiglio dei Ministri. Infatti – spiega Guglielmo Loy , Segretario Confederale UIL – secondo i dati dell’ultimo monitoraggio sulla spesa effettiva (dati al 31 Maggio 2015) le risorse finanziarie rendicontate alla Commissione Europea dal nostro Paese si attestano al 73,6% (34,3 miliardi di euro) su un totale delle risorse assegnate per il periodo 2007-2013 pari a 46,6 miliardi di euro”.
Questo significa che da qui alla fatidica data di Dicembre 2015, quando si chiuderà definitivamente il ciclo di programmazione 2007-2013, resteranno da spendere ancora 12,3 miliardi di euro, di cui 10 miliardi di euro nelle Regioni del Sud.
“Non è lontano dalla realtà affermare – continua il Segretario della UIL – che parte di queste importanti risorse, circa 2 miliardi di euro secondo le stime UIL che si aggiungerebbero ai 51,4 milioni di euro già restituiti alla Commissione Europea lo scorso anno, riprendano la strada per Bruxelles”.
Previsto un aumento risorse per il 2014-2020 – L’Italia – sottolineano dalla Uil – deve fare tesoro delle difficoltà attuali pensando al futuro e cioè al periodo 2014-2020. Fondi che, questa volta, sono stati raddoppiati e ammontano, per l’Italia, a 64 miliardi di euro (44 da fondi europei di diverso tipo, più altri venti da cofinanziamento nazionale). Anche l’Umbria deve attrezzarsi meglio e anche per questo la Uil intende incalzare il sistema istituzionale locale perché proceda ad una sburocratizzazione delle procedure e promuova maggiori sinergie tra i diversi soggetti.

Dal report della UIL emerge che sui 52 programmi operativi (Fondo Sociale Europeo e Fondo Europeo di Sviluppo Regionale) che contraddistinguono la programmazione 2007-2013, 22 di essi (di cui 9 nel Sud e 13 nel Centro Nord) non hanno raggiunto il target di spesa previsto per Maggio 2015, mentre 7 programmi (3 nel Sud e 4 nel Centro Nord), pur non avendo raggiunto il target previsto, sono entro la soglia di tolleranza stabilita.
Nel dettaglio – Il Fondo Sociale Europeo (FSE) che finanzia azioni per l’occupazione, istruzione e formazione: su un totale di 14 miliardi di euro ne sono stati rendicontati a Bruxelles in totale 11,4 miliardi di euro (l’81,6% del totale).
Per quanto riguarda il Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR) che finanzia gli investimenti in generale (incentivi alle imprese, ricerca e innovazione, infrastrutture, agenda digitale, energia): su un totale di 32,6 miliardi di euro, la rendicontazione effettiva ammonta a 22,9 miliardi di euro (il 70,2%).
L’insieme dei programmi nazionali e interregionali presentano una rendicontazione in media conquella nazionale.
Il Governo, con in testa il presidente del Consiglio, fa bene a reclamare in Europa più flessibilità e più risorse per lo sviluppo, ma al contempo – conclude Loy – si dovrebbe impegnare allo spasimo nello spendere le risorse già stanziate per sviluppo e occupazione. Dover restituire parte delle risorse importanti e vitali dei Fondi Strutturali Europei a Bruxelles sarebbe un vero atto di autolesionismo da parte del Governo.

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