Il 76,8% delle aziende finanzia la formazione con risorse proprie, mentre l’accesso dei lavoratori resta disomogeneo. Solo il 35,7% degli adulti si forma, tra burocrazia e poca informazione
Tra Intelligenza Artificiale, transizione verde e squilibri demografici, il futuro del lavoro in Italia passa dalla formazione. Le imprese sembrano averlo capito: tre su quattro finanziano corsi usando risorse proprie. Ma il sistema resta paradossalmente frenato. Secondo una recente ricerca presentata da Assolavoro Formazione, solo il 15,4% delle aziende accede ai fondi interprofessionali, e oltre 11 milioni di lavoratori dipendenti non hanno partecipato ad alcun corso tra il 2022 e il 2023.
A scoraggiare soprattutto le realtà più piccole è una burocrazia farraginosa e una carenza strutturale di informazione. Eppure, i fondi esistono e funzionano: il Fondo For.Te., ad esempio, ha introdotto già dal 2021 un sistema di rating degli enti formativi, con l’obiettivo di promuovere la qualità e la trasparenza nell’utilizzo delle risorse. Un tentativo concreto per orientare il settore verso una formazione più selettiva, efficace e misurabile.
Il problema non è solo tecnico, ma anche culturale. In Italia la formazione è spesso vissuta come responsabilità individuale e non come un diritto da facilitare. Il 78% degli adulti che non si formano dichiara di “non averne bisogno”. Un dato che contribuisce ad alimentare il divario con l’Europa: solo il 35,7% degli italiani tra i 25 e i 64 anni partecipa a corsi formativi, contro il 47% della media UE.
Il Festival del Lavoro 2025 ha riacceso i riflettori su questo nodo. Durante la sessione “Formazione continua di qualità”, è emerso il bisogno di rendere i percorsi realmente inclusivi e sostenibili. Si è parlato non solo di aggiornamento tecnico, ma anche di etica e accessibilità, con particolare attenzione all’impatto dell’Intelligenza Artificiale sulle competenze lavorative. FonARCom ha rilanciato, in quel contesto, la necessità di integrare l’AI Act con percorsi obbligatori e gratuiti rivolti alle imprese aderenti.

Come ha dichiarato Agostino Di Maio, presidente di Assolavoro Formazione, “ogni euro investito in formazione può valere fino a sette volte tanto, soprattutto per i giovani”. Ma perché ciò avvenga serve una strategia nazionale chiara, superando frammentarietà e ostacoli amministrativi. Imprese, fondi e istituzioni stanno muovendo passi importanti, ma resta da sciogliere il nodo cruciale: come rendere la formazione un motore accessibile per tutti e non solo per chi sa già come attivarlo.
- Formazione professionale, un “Far West” che penalizza i lavoratori
- Valore Pa 2025: formazione per dipendenti pubblici, parte la nuova edizione
- Scuola e artigianato si alleano
- Imprese in Umbria: cresce la voglia di fare, ma la ripresa è ancora fragile
- Scuola per Pastori 4.0: a Calascio nasce la formazione per la montagna del futuro