“Good Umbria”, cresce il circuito delle eccellenze

Riunite sotto un unico marchio le imprese di qualità del settore alimentare, macelleria e ristorazione che saranno a breve protagonisti di iniziative rivolte al consumatore non solo nelle rispettive attività, ma anche in contesti pubblici più ampi

Un circuito di eccellenza di imprese del settore alimentare, macelleria e ristorazione riconoscibile dal marchio “Good Umbria – Il Piacere della qualità”. Questa la filosofia del progetto, che attualmente conta 65 adesioni” condotto da Confcommercio Umbria e dalle Associazioni di categoria degli alimentaristi Fida, dei macellai Federcarni, dei pubblici esercizi Fipe, con il supporto tecnico di Università dei Sapori e della società di servizi Seac, in collaborazione con Adiconsum e con il contributo della Camera di commercio di Perugia.
Lo scopo – spiegano gli ideatori – è quello di consegnare al consumatore una esperienza di acquisto e di consumo unica, grazie all’attenzione particolare alla qualità, alla conoscenza approfondita dei prodotti che consente di essere veri consulenti, alla valorizzazione delle tipicità, al servizio.
Si tratta di un format che parte dall’Umbria per diventare progetto nazionale: la Fida, la Federazione dei dettaglianti dell’Alimentazione, lo ha infatti pienamente sposato, tanto che la presidente nazionale dell’associazione e vice presidente nazionale Confcommercio Donatella Prampolini, ha recentemente ribadito che “la piccola distribuzione alimentare è il futuro del mercato e non il passato, evidenziando come – grazie alla conoscenza dei gusti del consumatore – il mondo della commercializzazione può orientare al meglio quello della produzione, nel rispetto delle relative competenze”.

Riconoscibili grazie ad un marchio, ad un totem e a materiale informativo, i punti GooDUmbria, sono in continuo incremento, e dialogano con il consumatore anche attraverso il blog www.goodumbria.it e la pagina facebook www.facebook.com/goodumbria, e saranno a breve protagonisti di iniziative rivolte al consumatore non solo nelle rispettive attività, ma anche in contesti pubblici più ampi, per diffondere uno stile di acquisto che vuole diventare anche uno stile di vita.

 

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