“Grave aver legittimato il principio di retroattività”

Dura presa di posizione di Cna Fita Umbria all’indomani dell’accordo con il governo sulle deduzioni forfettarie per gli autotrasportatori

“È vero che i tagli alle deduzioni forfettarie 2014 per gli autotrasportatori di cose conto terzi passano dal 70% inizialmente ipotizzato al 20%, ma questa vicenda stabilisce un precedente gravissimo sulla possibilità di cancellare retroattivamente somme concordate, programmate e avallate da decreti interministeriali. Somme sulle quali le nostre imprese avevano già chiuso i propri bilanci e predisposto la dichiarazione dei redditi del 2014, ritrovandosi invece a pagare importi sensibilmente maggiori e, soprattutto, non preventivati”. È quanto dichiarato da Fabiano Coletti, responsabile di Cna Fita Umbria, all’indomani dell’accordo con il governo raggiunto insieme alle altre sigle dell’autotrasporto, con il quale è stato sventato il taglio del 70% alle deduzioni forfettarie riconosciute agli autotrasportatori previsto dalla circolare dell’Agenzia delle entrate del 2 luglio scorso. Dopo la levata di scudi delle associazioni di categoria e alla travagliata trattativa con il ministero dei Trasporti che ne era seguita, l’intesa ha consentito di recuperare l’80% delle somme riferibili allo scorso anno.
“Rispetto a quello che si andava prospettando per le imprese dell’autotrasporto – prosegue Coletti – si tratta di un risultato importante ma sicuramente parziale, che lascia l’amaro in bocca, perché legittima di fatto la possibilità di fare carta straccia di intese precedentemente raggiunte. Le nostre imprese si sono ritrovate a fare i conti con cifre profondamente diverse su bilanci che ormai erano chiusi da sei mesi”.
Dopo l’intesa, l’Agenzia delle entrate ha comunicato l’importo delle deduzioni, che viene fissato a 44 euro per i trasporti entro le regioni confinanti e a 73 euro per quelli oltre tale ambito.
“È chiaro che Cna Fita continuerà a vigilare attentamente e ad operare con senso di responsabilità nell’interesse generale dell’autotrasporto italiano. Tanto per dare un’idea vorrei ricordare che tra l’impennata subita dal prezzo del gasolio e della tassazione, tra l’aumento del costo del lavoro e la concorrenza sleale di imprese straniere favorite dal dumping sociale, nel corso dell’ultimo decennio ha chiuso oltre il 50% delle imprese del settore, che per l’Umbria – conclude Coletti – significano 1000 aziende e 4000 addetti circa”.

 

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