L’inno di lode e meraviglia per la bellezza del mondo naturale, si mostra in tutta la sua forza e attualità ispirando anche l’ambito professionale
In queste settimane in primo piano grazie alla mostra “San Francesco, tra Cimabue e Perugino. Nel Giubileo con il Cantico delle Creature”, in corso a Palazzo della Minerva, a Roma
Il “messaggio” universale del “Poverello d’Assisi”, si propone come auspicio per il nuovo anno, offrendosi come prezioso momento di riflessione e di ispirazione
Leadership etica al servizio del proprio team e orientata al bene comune. Tecnologie “verdi”, energie rinnovabili, ambiente inclusivo e rispettoso di ogni individuo. Positività e gratitudine per ciò che si sta facendo.
Il Cantico delle Creature interpreto dal mondo del lavoro sarebbe così: rispettoso dell’ambiente, delle risorse umane. Umiltà e servizio, collaborazione e armonia. “Linee guida” scritte ottocento anni fa ma più attuali che mai.
In un’epoca caratterizzata da crisi ambientali, disuguaglianze sociali e ricerca di significato, quest’inno di lode e meraviglia per la bellezza del mondo naturale si mostra in tutta la sua forza. È un chiaro e forte invito a vivere in armonia con la natura, praticare la solidarietà e a valorizzare la semplicità e l’umiltà. Una “chiamata” a promuovere la sostenibilità, la giustizia sociale.
Al centro dell’attenzione in queste settimane grazie anche alla mostra “San Francesco, tra Cimabue e Perugino. Nel Giubileo con il Cantico delle Creature”, nelle ricorrenze dell’ottavo centenario delle Stimmate di san Francesco (2024) e dell’inizio dell’Anno Giubilare (2025) e in concomitanza con l’ottavo centenario del Cantico delle Creature (2025).
Raccontato attraverso l’evoluzione dell’iconografia di tra Medioevo e Rinascimento, esaltando il suo ruolo nella definizione dell’identità nazionale italiana, il “Poverello d’Assisi” riattualizza il proprio “messaggio” dal valore universale.
COLLABORAZIONI L’evento è stato organizzato grazie alla collaborazione tra il Senato della Repubblica, il Ministero della Cultura, i Musei Nazionali di Perugia e la Direzione regionale Musei nazionali Umbria. La mostra beneficia anche del supporto della Custodia Generale del Sacro Convento di San Francesco in Assisi e della Provincia Serafica di San Francesco dell’Umbria.
OPERE ESPOSTE La mostra è aperta da due eccezionali prestiti, frutto della consolidata collaborazione tra la Galleria Nazionale dell’Umbria con la Custodia Generale del Sacro Convento di San Francesco in Assisi e la Provincia Serafica di San Francesco dell’Umbria.
Si tratta della Chartula, una pergamena (concessa in via del tutto eccezionale dal Sacro convento d’Assisi) annoverata tra le più importanti reliquie del santo, un frammento autografo di San Francesco, databile al 1224, vergata dopo l’impressione delle stimmate: in essa sono riportate una ispirata benedizione del Santo al compagno e amico frate Leone e, sul recto, una lirica, Lodi di Dio altissimo; la reliquia, conservata nella Cappella di San Nicola, nella Basilica inferiore di Assisi accanto al suo saio, è ancora ben leggibile, con il “Tau” impresso su un lato, simbolo con il quale il Santo si firmava.
Dal Museo della Porziuncola, che afferisce alla Provincia Serafica di San Francesco, arriva un altro capolavoro dall’intensa identità spirituale: l’effigie del Santo dipinta da Cimabue negli anni in cui era impegnato ad affrescare la Basilica di Assisi, utilizzando come supporto la tavola che, stando alla tradizione, era servita da copertura della prima umilissima cassa di legno nella quale il corpo di Francesco fu tumulato subito dopo la morte (1226).
Per l’elenco dettagliato di tutte le opere esposte clicca qui. L’esposizione ad ingresso gratuito, rimarrà aperta fino al 2 marzo 2025, dal lunedì al venerdì, dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 18.