“Le imprese ternane continuano a soffrire”

Il presidente della Camera di commercio di Terni, Giuseppe Flamini, commenta gli ultimi dati di Movimpresa

In panne i settori del commercio, delle costruzioni, degli alloggi e della ristorazione

In lieve ripresa invece il mercato occupazionale per gli under 30 

Il sistema delle imprese locali della provincia di Terni prova a resistere ma l’andamento di molti comparti mostra gravi segni di difficoltà.
E’ il bilancio delle imprese operanti a Terni nel 2016 fornito dall’analisi dei dati Movimprese, relativi alla nati-mortalità delle imprese provinciali tra gennaio e dicembre 2016, elaborati dall’Ufficio Informazione economica sulla base del Registro imprese dell’Ente camerale.

Il saldo tra le nuove aperture e le cessazioni nel 2016 è positivo per 174 unità e resta stabile il numero complessivo delle imprese registrate in provincia. Al 31 dicembre sono iscritte 22.523 , al terzo trimestre erano 22.522.

Il 2016 chiude in negativo, per quanto riguarda le forme giuridiche, per le società di persone (-37 unità) e per le ditte individuali con 906 aperture di attività ma 932 imprese che hanno chiuso i battenti (saldo -34 imprese). Buona performance invece per le società di capitali che nel 2016 hanno registrato 377 nuove iscrizioni (con 137 cessazioni).

Il dettaglio dei settori economici evidenzia la strutturale difficoltà del comparto del commercio che chiude il 2016 con un deludente -104. A tanto ammonta il saldo tra le imprese che hanno aperto in questo settore (249) e quelle che non ce l’hanno fatta (353 cessazioni). Non sembra vicina la ripresa neanche per il comparto delle costruzioni. Le ditte che hanno chiuso nell’anno appena trascorso sono 190 a fronte delle 131 che hanno avviato un’impresa in questo settore. Nel 2016 si registra anche una  sofferenza piuttosto marcata per il settore “alloggi e ristorazione” che tra gennaio e dicembre ha visto perdere 101 imprese del settore (a fronte di 56 iscrizioni). Resiste l’agricoltura, un comparto che segna 203 iscrizioni e 190 chiusure. Da sottolineare in conclusione come il saldo positivo complessivo sia influenzato dall’alto numero registrato nel 2016 di imprese cosiddette “non classificate”  (registrate sono 485 ma le chiusure dichiarate sono 61), in sintesi le imprese iscritte ma ancora non attive per le quali non si conosce il settore di attività.

GIUSEPPE FLAMINI “Anche se il 2016 si è chiuso con un saldo positivo, il territorio continua  a soffrire come rivela l’andamento di alcuni settori in particolare come il commercio e  le costruzioni – sottolinea il Presidente dell’Ente, Giuseppe Flamini –  per questo stiamo cercando di sostenere le imprese con azioni concrete e di veloce attuazione, penso al supporto per il micro credito, al sostegno ai processi di internazionalizzazione e digitalizzazione”.

LE ASSUNZIONI Per quanto riguarda le previsioni Excelsior I trimestre 2017 sulle assunzioni previste dalle imprese (le previsioni sono state effettuate a dicembre 2016- fonte Unioncamere-Ministero del Lavoro, Sistema Informativo Excelsior).  In provincia di Terni si segnala un trend in discesa per le assunzioni di lavoro dipendente: saranno circa 710 unità, pari al 40% di tutte le opportunità di lavoro previste dalle imprese. Nel 48% dei casi saranno assunzioni stabili, ossia con un contratto a tempo indeterminato o di apprendistato, mentre nel 52% saranno a termine (a tempo determinato o altri contratti con durata predefinita); si concentreranno per il 67% nel settore dei servizi e per il 76% nelle imprese con meno di 50 dipendenti; il 23% sarà destinato a dirigenti, specialisti e tecnici (ossia profili high skill), quota superiore alla media nazionale (22%);
Per quanto riguarda le forme contrattuali, 710 saranno contratti di lavoro dipendente, 520 contratti in somministrazione e 550 saranno le collaborazioni o altre forme flessibili. In 1 caso su tre le imprese prevedono di avere difficoltà a trovare i profili desiderati, e per una quota pari al 47% interesseranno giovani con meno di 30 anni, meglio che a livello nazionale visto che tra gennaio e marzo la quota di giovani assunti si ferma al 34% dei contratti.

Exit mobile version