In fattoria: multifunzionalità e business sostenibile

Sono oltre 150 in Umbria le aziende agricole che, dal 2009 ad oggi, hanno optato per un’offerta alternativa_

 Accanto alle mansioni tradizionali spicca il nuovo ruolo   dell’imprenditore pronto a coinvolgere scolaresche e famiglie nelle varie attività

Dalla preparazione del pane e delle marmellate secondo le ricette contadine, alla “raccolta” del latte per la produzione del formaggio.  Per un’esperienza che si trasforma in un vero e proprio “laboratorio pedagogico”

Antonio Lattanzi, responsabile Fattorie didattiche: “Il nostro compito è anche quello di educare alla sana alimentazione e al benessere”

Il mondo rurale rappresenta oggi una notevole opportunità di sviluppo economico sostenibile. Un esempio in tal senso è rappresentato dalla crescita e dall’armonizzazione delle fattorie didattiche.
Fenomeno in crescita – In Italia se ne contano circa 2500 secondo i dati di Alimos la società che, per conto del Ministero delle politiche agricole, ha censito e monitorato il settore su tutto il territorio nazionale. Negli ultimi anni si è assistito a un incremento esponenziale. Dalle 246 unità del 2000 concentrate solo in alcune regioni, si è passati alle attuali 2482 presenti su quasi tutta la penisola.
In Umbria – Anche l’Umbria a conferma della sua tradizione agricola e rurale può vantare numeri considerevoli. Con 154 unità distribuite sul territorio, la regione si piazza a metà classifica. Con una vistosa crescita dal 2009 (quando le fattorie didattiche erano soltanto 5) ad oggi. Ciò dimostra ancora una volta che quando si fa sistema i riscontri sono notevoli.
Di cosa si tratta – Con il moderno concetto di multifunzionalità, gli agricoltori possono offrire servizi a favore della collettività. L’opportunità è stata raccolta da molte aziende agricole e turistiche che hanno investito in questa direzione affiancando al tradizionale “core business” questa crescente offerta rivolta alle scolaresche e alle famiglie per stabilire una comunicazione diretta tra agricoltura e cittadino, far conoscere l’ambiente agricolo, l’origine dei prodotti alimentari, far scoprire i sapori e saperi di una volta.
La legge regionale – E’ del 22 febbraio 2005 la legge regionale n° 13 che promuove la realizzazioni di fattorie didattiche allo scopo di avvicinare i cittadini e le giovani generazioni al mondo agricolo, alla sua storia, alle sue tradizioni e alla sua cultura. Ne norma e disciplina gli ambiti e stabilisce gli standard qualitativi a cui ogni azienda deve ricondursi per ottenere il riconoscimento. Stabilisce anche a formazione, demandata alle associazioni di categoria di operatori specializzati.
La principali attività – Grazie ad educatori e personale opportunamente formato, in fattoria si impara a curare l’orto, si osserva la “raccolta” del latte fino alla sua trasformazione in formaggio, si può conoscere più da vicino il ciclo che dal grano porta alla panificazione, si possono scoprire “i segreti” della produzione del miele e molto altro ancora.
Antonio Lattanzi: “Educare alla sana alimentazione” –  Antonio Lattanzi, proprietario a Spoleto dell’azienda agricola Agrileisuretime (località Terraia) e responsabile per conto della Cia (Confederazione Italiana Agricoltori) delle Fattorie didattiche in Umbria, è molto determinato nel sostenere i vantaggi della multifunzionalità del mondo rurale e dunque nel sottolineare come attraverso l’esperienza e le iniziative delle fattorie didattiche, si possa percepire l’agricoltura come fattore sociale. Nel nuovo termine che egli stesso ha coniato è racchiusa quella che considera una vera e propria missione. Accanto al classico concetto di agricoltura – secondo Lattanzi –  dovrebbe sempre più svilupparsi quello di “Agri-cultura per una sana alimentazione”. Sul finire del 2014 è stato promotore di un progetto trasversale che ha portato il Comune di Spoleto, la Asl 2 il 1° e 2° circolo didattico gli Istituti comprensivi di Spoleto 1 e Spoleto 2, le associazioni di categoria (Cia Coldiretti e Confagricoltura) e quattro fattorie didattiche, a sottoscrivere un protocollo d’intesa per la creazione di attività che mettano al centro l’agricoltura, il benessere e l’ambiente.
Al via un nuovo progetto – A partire dalle potenzialità offerte dalle fattorie didattiche è stato presentato un progetto che diverrà un prodotto turistico denominato “educarsi al ben-essere”. “Con il Comune di Spoleto abbiamo elaborato tale progetto – spiega Lattanzi – affinché attraverso la visita presso le nostre strutture si possa promuovere il territorio la sua storia e le sue tradizioni”.
Si moltiplicano le iniziative per far conoscere il settore – Nelle scorse settimane a Narni, in provincia di Terni, la fattoria didattica “La Collina Incantata”  ha aperto le proprie porte alle donne e mamme imprenditrici per far conoscere la propria attività anche in vista delle iniziative dedicate ai più piccoli durante il periodo estivo.
Le prime esperienze 100 anni fa – Le prime esperienze di “città agricole” risalgono a circa 100 anni fa in nord America e in Europa. Nel 1990 nasce la “European federation of city farms” (Efcf)  solo nel 1997 in Italia si è provveduto ad organizzare il primo nucleo di fattorie didattiche. In appena 20 anni vi è stata una crescita vertiginosa seppur molto diversificata da regione a regione.

 

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