Influencer si nasce o si diventa?


Nell’ultimo libro di Simonetta Tassinari, suggerimenti ad hoc per riscoprirsi più autorevoli, influenti e, perché no, coraggiosi grazie a un’arma “segreta”: il pensiero critico.

Obiettivo? Liberarci dai paraocchi e ragionare fuori dagli schemi (out of the box) così da risultare, anche per questo, più interessanti e carismatici a noi stessi e agli altri

Simonetta Tassinari, Il filosofo influencer. Togliersi i paraocchi e pensare con la propria testa(Feltrinelli, pp.255, €16,00)

Nel caos di informazioni e stimoli che ci precipitano addosso ogni giorno tra social, famiglia, lavoro, scuola, amici… la nostra personalità e la nostra vera essenza rischiano di essere annientate. La capacità di andare oltre le apparenze per osservare la realtà da nuove angolazioni ci permetterà, invece, di trovare in noi i primi influencer a cui rivolgerci.

Con il tempo è diventata una professione a tutti gli effetti con regole e strategie ben precise. Gli influencer spaziano in vari ambiti di cui sono o si dichiarano profondi conoscitori, orientando direttamente ma anche indirettamente le azioni e in particolare le scelte di un elevato numero di consumatori. Proprio perché in grado di condizionare/influenzare ampie fette di pubblico, i grandi brand si rivolgono a loro per promuovere i propri prodotti e servizi.
In questo caso siamo di fronte a degli esperti, riconosciuti come tali, pertanto se ci affidiamo alla loro guida ne siamo, in un certo senso, consapevoli e siamo pronti a “pagarne” le conseguenze. Il problema semmai si pone quando abbassiamo le difese e ci rilassiamo come in genere capita in famiglia, con gli amici o con i colleghi di lavoro ad esempio.

Mai sottovalutare “gli altri” influencer , quelli della vita di ogni giorno     Senza rendercene neanche conto siamo sempre esposti a situazioni e/o persone che possono condizionare la nostre idee e le nostre scelte e spesso lasciamo che ciò avvenga.
Occhio alle “Giurie invisibili” quindi. In maniera subdola i condizionamenti che arrivano dall’esterno mettono continuamente a rischio il nostro pensiero, la nostra personalità.
Più o meno velatamente amici, parenti, social, colleghi di lavoro, fidanzati, mariti, mogli, “insidiano” ogni giorno la nostra capacità di pensare in modo autonomo, originale e creativo.

Docente di filosofia, esperta di psicologia relazionale e di psicologia dell’età evolutiva, Simonetta Tassinari ne Il filosofo influencer. Togliersi i paraocchi e pensare con la propria testa (Feltrinelli), ci suggerisce alcuni passaggi chiave per rimanere fedeli a noi stessi e liberarci dalle “suggestioni” che arrivano dall’esterno.
La perseveranza, la capacità di cambiare, il vigore spirituale, il buonumore, la fiducia in se stessi, sono solo alcune delle caratteristiche che dovrebbe avere un aspirante influencer di se stesso.

Il dubbio ci salverà     Il dubbio come arma imprescindibile per smontare falsi miti ancora oggi, così come avveniva nelle scuole filosofiche dell’antichità dove “l’obiettivo non era formare discepoli, bensì trasformarli in persone migliori”. Il dubbio dunque ma anche l’arte di ascoltare, di interrogarsi e di porre domande. A partire dall’insegnamento degli stoici e di Epitteto in particolare apprendiamo un dogma basilare per salvaguardare l’autenticità: “Nessuno può derubarci della nostra volontà, dunque se lo vogliamo, la possibilità di agire c’è”. È a partire da questo contesto che l’autrice ci pone di fronte a uno specchio invitandoci a “Investigare su che cosa ritarda la nostra emancipazione, e quindi su che cosa potrebbe facilitarci il compito spianandoci la via”. È questa la sfida per il lettore che grazie a citazioni, esempi pratici e proposte di esercizi, si troverà a mettere a fuoco vari aspetti di sé e magari chissà, scoprirne anche di nuovi o inesplorati.

“La riscossa contro i paraocchi – ne è convinta Simonetta Tassinari – ci rende meno permeabili alle manipolazioni e più consapevoli di quel che ci bolle in testa. Ci chiarisce, almeno in parte, da dove provengano le preoccupazioni inutili per il nostro benessere e ci aiuta a lenirle o a risolverle”.

Exit mobile version