L’arte del taglio e del cucito a rischio estinzione?

Brunello Cucinelli fatica a trovare sarti in Toscana e intanto in Umbria si riparte dalla formazione

Precisione, accuratezza e una buona dose di pazienza. In realtà sono caratteristiche che dovrebbero riguardare, a vari livelli, quasi tutte le professioni ma per alcune sono imprescindibili. I futuri sarti, ad esempio, non possono assolutamente farne a meno. Anche in Umbria si sta assistendo al recupero di questa professione che nel corso del tempo, soprattutto con l’avvento degli abiti realizzati in serie, è quasi scomparsa.
Brunello Cucinelli – Ne sa qualcosa il re del cashmere, Brunello Cucinelli che proprio per salvaguardare tale affascinante mestiere dal rischio estinzione, ha creato nella sua Solomeo una scuola in cui uno dei corsi è dedicato all’apprendimento dell’arte del taglio e della confezione “per ricostruire la memoria di antiche tecniche, gettando ponti tra passato e presente”.
La sartoria D’Avenza – Ha suscitato un certo clamore una sua recente dichiarazione in merito alla sostanziale assenza di sarti in Toscana. A Carrara, infatti, Cucinelli ha acquistato l’azienda sartoriale della D’Avenza Fashion per costruire un polo di altissimo artigianato, nel quale in prospettiva ci saranno duecento posti di lavoro ma, a quanto pare, mancherebbero profili adatti a ricoprire il ruolo. “In Toscana – ha detto l’imprenditore umbro –  ci si vergogna a lavorare con le mani e io non trovo sarti” . 
La situazione in Umbria – In Umbria le cose non vanno tanto diversamente ma sul versante della formazione stanno nascendo molte possibilità in più rispetto al passato, per chi intende avvicinarsi a questo mondo. Corsi per principianti, corsi di specializzazione, laboratori, in alcuni casi anche gratuiti, che offrono la possibilità a chi non ha un lavoro di reiventarsi con il taglio e cucito, partendo dagli interventi più semplici, come accorciare un paio di pantaloni, stringere una gonna, per poi passare a delle vere e proprie creazioni.

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