Laureati e diplomati ITS per posti di lavoro che restano vacanti

Colloquio di lavoro (foto Pexels - Sora Shimazaki)

Colloquio di lavoro (foto Pexels - Sora Shimazaki)

La fotografia del mercato del lavoro italiano nel 2025 è impietosa: quasi la metà dei laureati e diplomati ITS richiesti dalle imprese risulta “introvabile”. Il rapporto Excelsior di Unioncamere evidenzia un mismatch strutturale che colpisce soprattutto i profili STEM e tecnici, frenando la competitività del Paese e alimentando la fuga dei talenti

Il Sistema informativo Excelsior, curato da Unioncamere e Ministero del Lavoro, conferma un trend ormai consolidato: il 47% dei profili richiesti dalle imprese non si trova sul mercato. Una difficoltà che riguarda in particolare i laureati (50,9%) e i diplomati ITS Academy (57,3%), figure cruciali per la transizione digitale ed energetica.

I numeri del mismatch

Le lauree più richieste e più “introvabili”

Economia (193mila profili) e ingegneria (127mila) restano le lauree più ricercate. Tuttavia, le discipline STEM sono le più carenti: chimica e farmaceutica (72,4% di difficoltà di reperimento), sanitario e paramedico (70,8%), medico-odontoiatrico (67,2%).

ITS Academy: opportunità e criticità

Gli ITS offrono sbocchi immediati nei settori mobilità (94,3% assunzioni under 30), energia sostenibile (51,9%) e data management (44,6%). Ma il mismatch è drammatico: 67mila tecnici ITS introvabili, con picchi del 94,2% per sostenibilità energetica e dell’87,7% per efficienza energetica.

Diplomati e IeFP: tra turismo e ristorazione

Gli indirizzi più richiesti sono amministrazione-finanza-marketing (381mila posizioni), turismo (239mila) e meccanica (121mila). Anche qui, però, 634mila diplomati risultano irreperibili, soprattutto nei percorsi tecnici (meccanica, elettronica, informatica). Fra i qualificati IeFP, la ristorazione guida la domanda (452mila ingressi), ma oltre 1 milione di profili resta mancante, con criticità nei settori termoidraulico (67,1%) e riparazione veicoli (63,8%).

Una tendenza strutturale

Il presidente di Unioncamere, Andrea Prete, sottolinea come il gap non sia solo italiano ma globale. Tuttavia, in Italia pesa la scarsa integrazione tra università, ITS e imprese, l’orientamento tardivo e la fuga dei cervelli. Secondo l’OCSE, l’Italia è tra i Paesi con il più alto tasso di sovraqualificazione e sotto-occupazione dei laureati, mentre Eurostat segnala che nel 2024 il 21% dei giovani italiani tra i 25 e i 34 anni viveva ancora fuori dal mercato del lavoro.

Un mercato polarizzato. Ecco cosa mostra la tendenza in atto: da un lato imprese che cercano competenze avanzate, dall’altro un sistema formativo che fatica ad allinearsi. Senza un investimento strutturale in orientamento precoce, formazione tecnica e raccordo con le imprese – secondo gli esperti – il mismatch rischia di diventare un freno permanente alla crescita. Il rapporto Excelsior 2025 non è solo un elenco di numeri, ma un campanello d’allarme. Il divario tra formazione e lavoro, soprattutto nei settori STEM e tecnici – quelli più cruciali per il futuro – potrebbe dunque rappresentare una concreta minaccia sul versante competitività e crescita economica.

IN BREVE

mismatch

Nel mondo del lavoro, mismatch indica lo “scollamento” tra ciò che le imprese cercano e ciò che i lavoratori offrono. È un termine inglese che rende bene l’idea di un incastro mancato: domanda e offerta non combaciano, come due ingranaggi che girano a vuoto. Letteralmente significa “non corrispondenza”. In economia descrive qualsiasi squilibrio tra domanda e offerta. In ambito lavorativo si usa per descrivere la difficoltà delle aziende nel trovare i profili giusti per le assunzioni programmate e viceversa.

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