Lavorare, chi è “impreparato” ha più possibilità

In provincia di Terni la maggior parte delle imprese richiede personale con basso livello di formazione e istruzione

Poco istruito e quasi del tutto privo di una formazione specifica. E’ questo l’identikit del candidato ideale per la maggior parte delle imprese (47,8%) in provincia di Terni. Il 35,4% richiede un livello di istruzione secondario e post-secondario, soltanto il 12% una qualifica professionale e il 4,8% un livello di istruzione universitario (contro il 10,9% della media nazionale).
Il punto di vista delle aziende – Quello che arriva dal mercato del lavoro nella Conca, sembrerebbe dunque un invito a farsi trovare “impreparati” per avere qualche possibilità di occupazione in più.  In occasione della quarta Giornata italiana della statistica, questa la situazione illustrata dal segretario generale di Unioncamere Umbria, Giuliana Piandoro: “Si può ragionevolmente ritenere – ha affermato – che questo dato indichi la volontà delle imprese di formare il personale al proprio interno affinché possa corrispondere alla proprie esigenze”. Stando ai dati quindi, il mondo dell’istruzione e della formazione in genere, procederebbe in un’altra direzione rispetto alle reali richieste provenienti dalle realtà imprenditoriali.
Difficoltà di reperimento – In provincia di Terni la quota delle imprese che accusano difficoltà nel reperire personale adeguato rispetto alle proprie esigenze risulta molto più elevata (8,9%) rispetto agli altri livelli territoriali: regionale (7,1%) e nazionale (5,9%).
Le professioni richieste – Dall’elaborazione di Unioncamere Umbria sui dati del sistema informativo Excelsior, emerge che oltre il 63% delle assunzioni previste per il 2014, si concentra su sole 5 professioni. Prevale nettamente la figura di operatori di macchinari fissi in agricoltura e nell’industria alimentare in cui si prevedono 370 assunzioni. E alla voce indirizzi di studio segnalati, nel 50% dei casi risulta “nessuna formazione specifica”.
Le competenze richieste – Ne consegue che tra le competenze ritenute molto importanti dalle imprese, ad occupare i primi posti in classifica siano la capacità di adattamento e flessibilità, la capacità di lavorare in gruppo ma anche di lavorare in autonomia, a differenza dell’intraprendenza, della creatività, dell’ideazione, così come la capacità di pianificare e coordinare, di analizzare, sintetizzare informazioni e di risolvere i problemi che invece rientrano tra le qualità meno richieste. D’altra parte, non è mica da questi particolari che si giudica un lavoratore… (cit. parafrasata F. De Gregori).

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