Lavoro nero, c’è chi dice no

Ma i voucher da soli non bastano… Nel sommerso approdano pensionati ma anche giovani cassintegrati e dipendenti pubblici part- time. Casartigiani porta avanti la sua battaglia per contrastare il fenomeno

 
   Lavoro accessorio e voucher. In 6 anni in Umbria ne sono stati acquistati circa 1.545.441, in particolare per attività stagionali in agricoltura, turismo, commercio e servizi.  
Si trovano ovunque: in tabaccheria, alle Poste, all’ Inps, in banca in tagli da 10, 20, 50 euro. I cosiddetti ‘buoni – lavoro’, sono stati introdotti nel 2008 e pensati come veicolo per l’emersione del lavoro nero. Permettono al committente/datore di lavoro di beneficiare di prestazioni      occasionali accessorie nella completa legalità, senza stipulare alcun contratto e con copertura assicurativa e al prestatore di lavoro di integrare le sue entrate con piccole somme esenti da ogni imposizione fiscale; con copertura contributiva e assicurativa.
 In base al monitoraggio Inps (Ufficio legislativo), in Umbria, soltanto negli ultimi tre anni si è assistito a un lieve incremento nell’utilizzo di questi strumenti. Nel 2011, infatti, ne sono stati richiesti 246.327 (di cui 216.658 a Perugia e 29. 669 a Terni); il numero è salito nel 2012, complessivamente 398.295 (331.033 a Perugia e 67.262 a Terni) fino ad arrivare ai 664.298 emessi nel 2013 (540.299 a Perugia e 123.999 a Terni).
Tuttavia in periodi di difficoltà c’è chi preferisce rischiare e incorrere in qualche sanzione pur di risparmiare, come è successo di recente a due attività operanti a Terni. I controlli del nucleo carabinieri della direzione territoriale del lavoro hanno portati allo scoperto e sanzionato il proprietario di un ristorante-pizzeria dove il 100% del personale impiegato – tre persone in tutto – era completamente ‘in nero’. In un alimentari invece sono stati individuati due lavoratori per i quali l’azienda non aveva comunicato alcuna assunzione.
“Il problema c’è, io parlo in particolare per la categoria di cui mi occupo – afferma Giacomo Santini presidente della Federazione dei curatori del paesaggio – le nostre imprese subiscono una concorrenza sleale da parte di chi non ha requisiti ed esperienza per svolgere quest’attività. Si tratta di un fenomeno complesso contro il quale purtroppo non possiamo fare molto se non una massiccia campagna di sensibilizzazione anche attraverso i mezzi di comunicazione o nell’ambito di qualche manifestazione importante. Saremo presenti anche all’Expo Casa di Bastia Umbra per distribuire volantini con cui sottolineiamo ancora una volta il nostro no al lavoro sommerso”. Lavoro sommerso del quale ormai non fanno più parte soltanto i pensionati che ‘arrotondano’ con qualche piccolo intervento qua e là, “Adesso – fa notare Santini – ci sono un po’ tutti”. Tanti giovani disoccupati, i cassintegrati delle tante aziende in crisi ma anche dipendenti pubblici che, dopo il turno di lavoro si trovano qualche altra attività in nero per incrementare uno stipendio che si fa sempre più scarso a fronte delle varie spese.
In Umbria, secondo i dati di Casartigiani, sono oltre 200 le imprese che operano nella tutela del verde e del paesaggio dando complessivamente lavoro a circa 1.000 addetti. Tra il 2011-2012 c’è stato un calo medio del 35 per cento del fatturato assorbito perlopiù dal lavoro nero e dall’abusivismo con un conseguente calo dei posti di lavoro.
“Il voucher – spiega Paolo Annetti, segretario provinciale di Casartigiani – Perugia – regola ma non aiuta l’occupazione. Resta il problema del sommerso, raccogliamo qualche segnalazione presso la nostra sede ma non è semplice intervenire e contrastare, occorre unire le forze, applicare maggiori controlli”.
 
     

 

 

 

 

 

                                                                  

 

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