Occupazione in crescita ma è quella a “intermittenza”

Il dato quantitativo si scontra con quello qualitativo. Aumentano le assunzioni ma si tratta perlopiù di lavoro precario. Ecco la situazione in Umbria

Più occupati, meno occupati, più assunzioni, meno assunzioni… l’oggettività statistica in realtà può essere soggetta a molteplici interpretazioni, insomma il bicchiere può essere mezzo pieno o mezzo vuoto. Tutto dipende dal grado di ottimismo di chi giorno per giorno fornisce numeri e dati?

Proviamo a fare chiarezza a partire da ciò che accade in Umbria

Secondo gli ultimi dati della Camera di commercio di Perugia nel trimestre che va dal corrente mese di dicembre 2017 alla fine di febbraio 2018  il sistema delle imprese della provincia di Perugia prevede di assumere 9.460 unità, di cui  2.200 nel mese di dicembre ’17.
“Si conferma  – ha dichiarato il presidente dell’ente camerale, Giorgio Mencaroni – una buona impostazione sul fronte delle previsioni occupazionali espresse dal sistema delle imprese provinciali. Nell’intero trimestre  (dic.’17-febb.’18) si prevedono 9.460 unità, in aumento del 4% (+ 370 unità)  rispetto ai 90 giorni precedenti (novembre 2017 – gennaio 2018)”.

Benissimo, tuttavia analizzando l’elaborazione statistica emerge che sì, nel corrente mese di dicembre dovrebbero registrarsi 2.200 nuove entrate al lavoro ma di queste ben il 71% sarà rappresentato da contratti a tempo determinato o altri contrati con durata predefinita, solo il restante 29% potrà contare su contratti di lavoro stabili, a tempo indeterminato o di apprendistato.

Il precariato in Umbria resiste così come a livello nazionale. Nel 2016 quattro milioni di italiani hanno lavorato per così dire a intermittenza, rispetto al 2012, un milione in più e 9 milioni in 5 anni… è il bicchiere mezzo vuoto del primo rapporto  congiunto di Inps, Istat, Anpal, ministero del lavoro e Inail, dal quale emerge la figura del “super-precario”, spesso chiamo a lavorare per poche ore e/o qualche giorno, diritti, quanto basta.
“Meglio di niente” – direbbe l’ottimista di turno ma sul fronte sindacale l’opinione è ben diversa. Dall’ultimo rapporto stilato da Ires per la Cgil emerge, infatti che tra i mesi di gennaio e settembre del 2017, in Umbria le assunzioni a tempo indeterminato sono state 8.453, contro le 45.282 di quelle a tempo determinato, 2.534 stagionali, 4.149 in apprendistato. Quindi se è vero che cresce l’occupazione è altrettanto vero che si tratta perlopiù di occupazione precaria con zero o pochi diritti.

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