Olio d’oliva, cresce la produzione ma si può fare di più

Le previsioni Cno/Unaprol mostrano per l’Umbria una crescita tra il 30 e il 50% rispetto alla scorsa annata, ad eccezione del moraiolo

Quasi del tutto assente la mosca ma non sono mancati danni dovuti ai parassiti

Dopo un 2014 da dimenticare, buone le attese per la nuova produzione di olio di oliva sia in termini qualitativi che qualitativi. E’ quanto emerge dal monitoraggio condotto nella prima settimana di ottobre da Unaprol e dal Consorzio Nazionale degli Olivicoltori (Cno). Il monitoraggio ha riguardato tutta la produzione olivicola italiana, potendo i due consorzi contare, sulla più grande rete di osservatori a livello nazionale.
 A determinare tali previsioni, nel complesso positive, una stagione caratterizzata da condizioni climatiche prevalentemente favorevoli e dalla sostanziale assenza di problemi fitosanitari rilevanti. Il pericolo mosca – sottolineano i due enti –  è stato scongiurato soprattutto grazie alle alte temperature che si sono registrate nei mesi estivi, il cui protrarsi, però, unitamente alla prolungata assenza di precipitazioni, ha ostacolato in alcune zone il normale sviluppo vegetativo degli oliveti, impedendone la piena carica produttiva.  
L’UMBRIA Può FARE DI PIU’ Secondo Unaprol e Cno per la campagna 2015/2016 “si prevede nell’areale perugino una buona produzione stimata in un intervallo tra il +30/50% rispetto alla scorsa annata. Tale previsione può essere estesa all’intera regione, ma essa non riporta agli standard produttivi che l’Umbria è in grado di esprimere. In generale si è registrato un buon andamento climatico e la quasi totale assenza della mosca. Si segnalano tuttavia danni legati alla tignola e all’occhio di pavone (in particolare nelle zone del Lago Trasimeno e dei Colli Martani) e produzioni minime per la varietà Moraiolo. L’allegagione per questa cultivar – fanno notare –  è risultata molto scarsa a causa della sua sensibilità agli eccessi di precipitazioni ed umidità”.

 

 

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