Parole d’ordine: formazione, marketing e unicità

Al workshop per i quarant’anni di Umbria Export, un fiume di testimonianze e “ricette” ad hoc su crescita industriale e mercati internazionali

“Una delle condizioni affinché le nostre produzioni possano conquistare nuovi mercati sullo scenario di un sistema economico globale è quella di una adeguata formazione”. Lo ha detto la presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini nella sede di Confindustria a Perugia, durante la giornata dedicata ai 40 anni di Umbria Export. “Utilizzando le opportunità che ci verranno dal fondo sociale europeo – ha aggiunto –  vogliamo realizzare una nuova fase della formazione, che non deve più essere fine a se stessa, ma sempre più legata e collegata all’impresa. Una scelta che intendiamo condividere con il sistema formativo pubblico, ma anche con il mondo delle stesse imprese. Ci piacerebbe, insomma, replicare il modello formativo della scuola dei mestieri di Brunello Cucinelli, frutto di un protocollo d’intesa tra noi come regione, Confindustria e l’azienda Cucinelli”.
Nel corso del workshop Andrea Pontremoli, Ceo e general manager di Dallara Automobili ha raccontato la propria esperienza prima di manager e poi d’imprenditore sottolineando come in un mercato globale le imprese italiane hanno successo se puntano sull’unicità, sul marketing e su un marchio. “In un mondo globale – ha detto – la velocità, insieme all’unicità e alla capacità di comunicare rappresentano la chiave per essere competitivi. Ma ad essere competitiva non deve essere solo la singola impresa ma l’interno territorio in cui essa produce. E perché ciò sia possibile è necessario puntare sulla formazione e sulle regole dettate dalle istituzioni. Le imprese coniugano il sapere e le regole trasformandole in valore da portare nel mondo”.
Per Brunello Cucinelli, presidente e amministratore delegato Brunello Cucinelli spa: “La mappa mondiale del lavoro è stata ridisegnata. E in questo nuovo disegno non c’è più competitività per una certa fascia di prodotti. Dobbiamo accettare il cambiamento senza esserne sopraffatti. E perché ciò sia possibile dobbiamo investire sulle persone che lavorano. Il nostro è un paese unico, geniale, in cui i nostri collaboratori lavorano con un rispetto, una dedizione e una creatività difficili da individuare in altre zone del mondo”.
“La ricerca di nuovi mercati è diventata per molte imprese non solo una strategia ma un imperativo di sopravvivenza”. Ha detto Marco Giulietti, presidente di Umbria Export. La necessità di internazionalizzazione, che oggi è lampante, lo era molto meno quarant’anni fa, nel 1974. ”Per questo  – ha spiegato – l’intuizione di Azelio Renzacci, ideatore e fondatore insieme a Confindustria di Umbria Export, assume una portata ancora più rilevante e innovativa”.  

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