Pil Umbria al -13% ma si intravedono segnali positivi

Presentato il rapporto sull’economia della Banca d’Italia. Alle difficoltà dei settori dei metalli e della lavorazione di minerali non metalliferi si è contrapposta l’espansione delle vendite nel tessile e abbigliamento e nell’agroalimentare

L’attività economica nel territorio regionale nel 2013 si è ulteriormente contratta ma tra la fine dell’anno e i primi mesi del 2014 sono emersi segnali di miglioramento del quadro congiunturale. E’ quanto emerge dal Rapporto sull’economia in Umbria della Banca d’Italia, presentato a Perugia dal direttore della filiale Antonio Carrubba. “In base alle stime di Prometeia – illustra Banca d’Italia – il prodotto regionale è diminuito in termini reali dell’1,9 per cento, dopo il calo del 10,6 registrato dall’Istat nel quinquennio precedente“.Per quanto riguarda il settore manifatturiero, ha risentito – secondo il rapporto – della persistente debolezza della domanda interna e il valore aggiunto in termini reali si è ridotto del 3,5 per cento nel 2013. Nello scorso anno, sulla base dell’indagine della Banca d’Italia, la quota di aziende che ha subito un calo del fatturato è risultata superiore di 18 punti percentuali a quella delle imprese che hanno conseguito una crescita. Alle difficoltà dei settori dei metalli, prodotti in metallo e della lavorazione di minerali non metalliferi si è contrapposta l’espansione delle vendite nel tessile e abbigliamento e nell’agroalimentare.
Le costruzioni e i servizi  – È rimasta particolarmente critica la situazione delle costruzioni, che dall’inizio della crisi hanno perso circa un quinto del valore aggiunto e degli occupati. Nel comparto residenziale sono diminuite sia le compravendite sia le quotazioni reali degli immobili. Il volume di attività in opere pubbliche è rimasto contenuto. I servizi hanno continuato a risentire negativamente della flessione dei consumi, connessa a quella del reddito disponibile delle famiglie. Il calo delle vendite è stato più marcato per i piccoli esercizi commerciali. Nel turismo, caratterizzato dalla diffusione di esercizi extralberghieri di piccole dimensioni, il lieve incremento delle presenze straniere non ha compensato la significativa riduzione di quelle italiane.
Le prospettive per il 2014 – Per le costruzioni la fase recessiva ha continuato a manifestarsi con forte intensità. Per i servizi, seppur in difficoltà, per il 2014 le imprese si attendono un “moderato miglioramento della congiuntura”. Per ciò che riguarda le condizioni del mercato del lavoro sono ulteriormente peggiorate: il numero di occupati si è ridotto nel 2013 dell’1,1 per cento e il tasso di disoccupazione ha raggiunto il livello più elevato degli ultimi venti anni: 10,4 nella media dello scorso anno ma al 19 per cento tra gli under 35.
Il credito – Nel 2013 si è accentuata la contrazione del credito bancario alla clientela e la qualità del credito si è ulteriormente deteriorata.

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