Il 40% delle grandi imprese italiane utilizza tecnologie per automatizzare compiti in serie, solo il 23% adotta soluzioni che integrano la capacità decisionale dell’intelligenza artificiale
Questa la situazione secondo l’Osservatorio Intelligent Business Process Automation della School of Management del Politecnico di Milano
Le tecnologie di Robotic Process Automation (RPA) sono sempre più diffuse tra le grandi aziende italiane. Secondo l’Osservatorio Intelligent Business Process Automation della School of Management del Politecnico di Milano, il 40% delle grandi imprese ha adottato soluzioni in grado di automatizzare attività standardizzate e ripetitive. Questo pone l’Italia al terzo posto in Europa, dietro Regno Unito (48%) e Germania (41%). Le soluzioni di workflow automation, che eliminano attività manuali in contesti più semplici, sono utilizzate dal 56% delle imprese.
La loro funzione può essere paragonata a quella di un assistente che svolge mansioni noiose e ripetitive al nostro posto. Ad esempio nella Sanità i “sistemi robotici” possono elaborare dati clinici, gestire cartelle mediche elettroniche e refertazione; nella Logistica “si occupano” del monitoraggio delle spedizioni, della gestione degli ordini e dell’ottimizzazione dei processi di inventario, oppure in ambiti come quello della Pasticceria dove, in alcuni casi, sono impiegate per decorare dolci con precisione e velocità o confezionare senza rovinare i prodotti. Una serie di compiti dunque che consentono ai lavoratori di concentrarsi su attività più strategiche e/o creative.
Intelligenza artificiale ancora poco sfruttata
Ben diversa la situazione quando si parla di Intelligent Process Automation (IPA), che combina RPA e Intelligenza Artificiale. In base ai dati dell’ Osservatorio Intelligent Business Process Automation della School of Management del Politecnico di Milano, l’Italia, infatti, scivola all’ultimo posto tra i Paesi analizzati, con solo il 23% delle grandi aziende che ne fanno uso.
Il Regno Unito guida con il 32%, seguito da Germania e Spagna (26%) e Francia (25%). I sistemi IPA vanno oltre la semplice automazione: sono in grado di prendere decisioni, apprendere dai dati e gestire situazioni complesse, aumentando la flessibilità e l’efficienza. Ad esempio, l’Intelligent Document Processing permette di estrarre informazioni da dati non strutturati, come documenti e immagini, migliorando i tradizionali sistemi RPA.
“Bisogna navigare in un’offerta tecnologica in continua evoluzione, evitando la complessità eccessiva e identificando i processi che possono beneficiare dall’Intelligenza Artificiale. Serve un cambio culturale: la Process Automation non è solo un tema IT, ma richiede una democratizzazione dello sviluppo per prevenire inefficienze” – Giovanni Miragliotta, Responsabile Scientifico dell’Osservatorio
Il 51% delle grandi aziende italiane ha avviato sperimentazioni di automazione, ma solo l’8% ha implementato soluzioni su larga scala, spesso limitate a grandi multinazionali. Le applicazioni tradizionali si concentrano su amministrazione, finanza e controllo (76%), operations (65%) e acquisti (61%). Nell’ambito dell’IPA, il customer service è il settore con maggiori adozioni (28%), seguito da operations (22%) e finanza (18%).
Competenze e formazione: un nodo critico
La maggior parte delle aziende adotta un approccio interno: il 43% ha figure dedicate e il 40% team organizzati, ma solo il 17% si affida esclusivamente a consulenti esterni. Solo il 12% delle aziende investe in formazione strutturata e appena il 7% ha definito una roadmap chiara per l’automazione.
“L’automazione è un’opportunità per valorizzare competenze umane” – Irene Di Deo, direttrice dell’Osservatorio.
Le PMI e il ruolo delle startup
Le piccole e medie imprese sono indietro: solo il 9% utilizza RPA e meno dell’1% ha sperimentato l’AI. Il mercato è però in trasformazione: nuove soluzioni, pensate per le loro esigenze, promettono di ridurre costi e complessità.
Nel frattempo, le startup stanno rivoluzionando il settore. Nel 2025 sono censite 312 startup globali, che hanno raccolto 2,3 miliardi di dollari per sviluppare strumenti di automazione. Particolarmente attrattive sono le piattaforme che semplificano lo sviluppo e il monitoraggio dei processi automatizzati.
Una strada da tracciare
L’automazione è una grande opportunità, ma richiede pianificazione e un investimento in competenze. Le aziende italiane devono combinare tecnologia e talento umano per sfruttare appieno il potenziale dell’Intelligent Automation. “Conoscere i propri processi è la chiave per ripensarli e innovarli,” conclude Irene Di Deo.
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