Professioni, i nostri bambini faranno lavori che ancora non esistono

Paoletti (Unioncamere): “E’ fondamentale essere informati in tempo per orientare le scelte formative”

Lavoro del futuro e futuro del lavoro. Il dibattito attorno a questi temi è sempre all’ordine del giorno. A fronte del dato emerso dal rapporto del World Economic  Forum Future Jobs, molte sono le domande da porsi così come le strategie che enti pubblici e privati dovrebbero mettere in atto fin da adesso. Sì, perché circa il 65% degli studenti che stanno frequentando la scuola elementare in questi anni si troverà a fare un lavoro che ancora non esiste.

La rivoluzione tecnologica, l’industria 4.0 sta alimentando profondi cambiamenti che spazzeranno via molte professioni così come le conosciamo oggi e ne faranno emergere di nuove.

Il mondo della formazione dovrà sempre più avere un ruolo da protagonista intercettando e anticipando le tendenze per poter sfruttare le nuove opportunità in arrivo nel mondo del lavoro.

Secondo il vicepresidente di Unioncamere, Antonio Paoletti “I cambiamenti nel mondo del lavoro si possono governare solo avvicinando e facendo dialogare mondo della formazione e mondo delle aziende”.

La distanza tra scuola e lavoro per Paoletti “E’ uno dei motivi alla base di un tasso di disoccupazione giovanile che, seppure in calo, si attesta ancora intorno al 35%. Il tema del mismatch rappresenta un problema soprattutto per le imprese più innovative, più internazionalizzate, più green. Guarda caso, proprio le imprese che in Italia manifestano la maggior propensione ad assumere personale”.

Per superare le asimmetrie legate alla diversa dinamica di domanda e offerta di lavoro, stando al vicepresidente di Unioncamere “E’ fondamentale essere informati in tempo per orientare le scelte formative. Questo è uno dei temi strategici su cui le Camere di commercio stanno lavorando”.

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